Il CUORE DI ORTHOS
Mercoledì scorso Arcangela, una nostra collega senese di Orthos,è stata operata di un complicato e pericoloso intervento al cuore, qui a Milano. E’ arrivata un lunedì di pioggia lasciando a casa i suoi tre bambini e quando la sera è venuta a casa mia, il suo sguardo mi è sembrato già lontano...Ci siamo salutate con un lungo abbraccio silenzioso e mi ha fatto promettere di tenere aggiornati “i nostri ragazzi di Orthos”, che erano stati messi al corrente della situazione direttamente da lei durante l’ultimo gruppo a Noceto il mese scorso, e a cui lei aveva espressamente chiesto silenzio durante questo ultimo periodo di preparazione.
Alle 6 del mattino di mercoledì mi è arrivato un suo sms “ sto andando. Ho paura. Ringrazia tutti per il loro grande amore. Dì loro che gli voglio un gran bene...”. Ho inoltrato ai giocatori il suo messaggio e da quel momento, ancora più di sempre, il cuore di Orthos ha cominciato a pulsare con una forza e un amore che sinceramente non ci aspettavamo: da tutte le parti d’Italia telefonate e messaggi di forza ed empatia, c’era chi mi chiamava piangendo, chi pregava, chi prometteva di non giocare più se Arcangela ce l’avesse fatta, chi accendeva candele, chi dalla Calabria voleva venire a Milano....; eravamo un unico cuore angosciato ma unito come molto raramente capita nella vita. Quei giocatori che combattono contro una dipendenza che ancora, in certi casi, li sta distruggendo, quegli uomini e donne che raramente riescono ad interessarsi dell’altro, presi come sono da questa compulsione lacerante, hanno contattato e esplicitato le loro emozioni in un modo così dignitoso e
centrato, che forse devono essere d’esempio a noi che tante volte non riusciamo. Lo potevamo sentire il loro battito forte e regolare, ora che noi avevamo bisogno di loro. E’ partito ed è continuato un tam-tam di presenza e affetto commuovente; io mandavo loro sms di aggiornamento e loro mi rispondevano con un sostegno così esplicito dfficile da immaginare; il primo tra tutti, prima ancora dei parenti, che è riuscita a vedere Arcangela è L., ex giocatore. Mi ha chiamato da dietro i vetri della sala di rianimazione “ sono qui, la vedo. Spero che lei mi veda...”.
E così è stato.
E’ difficile seguirli nella loro patologia, è dura , tante volte mi capita di voler mollare tutto e di voler arrendermi davanti ad una forza così invasiva che come una sentinella attenta li perseguita e li colpisce in ogni momento ; ma in questi giorni mi son resa conto che siamo riusciti, in questi anni di lavoro a Orthos, ad allenare il loro cuore e a far riemergere emozioni e sentimenti che erano celati da ruggine da tanti anni.
Così come hanno ripreso ad abbracciare ed essere abbracciati, hanno ricominciato a voler bene davvero, e soprattutto a dimostrare l’amore che provano.
Ed è una grande cosa, per loro e anche per noi.
Gioco Compulsivo...Gioco Controllato...davanti a ciò che è avvenuto in questi giorni a Orthos rimane tutto sullo sfondo; in figura ci sono loro, i nostri giocatori , e il loro grande cuore.
Arcangela ce l’ha fatta e stamane ho girato questo suo sms a tutti i Ragazzi:
“ E’ stata durissima, ma ce l’ho fatta, grazie anche al soffio vitale che ha ricevuto il mio cuore novo da tutti voi. Grazie , Vi voglio ancora più bene. Arcangela”
Giovanna Puntellini - Resp. Area Nord Progetto Orthos