Il gioco d’azzardo nella letteratura e nel cinema

La letteratura ha prodotto giocatori d'ogni tipo, tutte le diverse incarnazioni del mito dell'alea. Dall'autoritratto di Dostoevskij nel suo Il giocatore al quasi meccanico ufficiale di Schnitzler di Gioco all'alba, passando attraverso Bukowsky, Dickens, Maupassant, Wodehouse. 

In Dickens, per esempio, il gioco assume le sembianze di una parabola psicologica nella figura del signor Micawber che non fa che rilanciare la posta: tutta la sua vita è il suo tavolo verde, con dietro le spalla signora Micawber ad incitarlo a rischi sempre più assurdi. Ma il giocatore per antonomasia è quello di Dostoevskij. Dietro la maschera dell'esiliato dalla grande madre Russia, il prototipo del vero "gap", il giocatore d'azzardo patologico, di cui lo scrittore offre la prima, dettagliata diagnosi letteraria e poetica. Dentro le carte tutta la sua nostalgia e la sublimazione tragica dell'amore. Perché la sua vera tragedia è quella di non riuscire ad amare, e il gioco non è che la maschera della sua impotenza passionale tramutata in un caparbio inseguimento della fortuna. Ma il momento della catarsi, quello dell'incontro dell'immagine allo
specchio, non arriva mai, e lo stillicidio dell'identità mancata si protrae dentro la successione rovinosa delle partite, come se non esistesse una vita d'uscita al gioco per il suo personaggio (Malcovati 1982). Chi lo desidera, può scorrere un elenco di opere che trattano del gioco d’azzardo, o meglio dei giocatori d’azzardo:

  • Pietro CHIARA -  Il piatto piange. Milano 1995 (Mondadori)
    È il primo romanzo di Pietro Chiara, pubblicato nel 1962. È opera matura, che ebbe subito un grande successo. Narra di una Luino antica, ancora fascista, e di una giovinezza passata in un ambiente ristretto, provinciale, curioso, pettegolo ma anche meschino e a volte crudele. Le donne e il gioco ne sono i componenti, a voltene rappresentano sia un filo conduttore, che una metafora di vita. Non è un libro sul gioco, ma un libro che parla del gioco, e del ruolo che può avere anche in un mondo piccolo e a suo modo arcaico.
  • Fjodor Michajlovic DOSTOJEVSKIJ: Il giocatore. Milano 1982    (Garzanti)
  • Paolo MAURENSIG: La variante di Lüneburg. Milano 1993 (Adelphi)
  • Albergo ONGARO: La partita. Milano 1986  (Longanesi)
  • Arthur SCHNITZLER: Gioco all’alba. Milano 1983 (Adelphi)
    Will, l'ufficialetto grazioso e superficiale di Schnitzler, è chiuso anch'egli dentro la sua gabbia di carta. Il fondo umano emerge con l'ultima sconfitta, quando il tenente cerca di carpire allo zio i soldi per coprire un nuovo debito di gioco. Ma come potrebbe quest'ultimo credere alla promessa (l'ennesima) di una vita veramente diversa?
  • Stefan ZWEIG (Vienna1881 - Petropolis 1942)
    Sovvertimento dei sensi (Verwirrung Der Gefühle, orig. 1926) con la novella Ventiquattr'ore della vita di una donna, (traduzione di Berta Burgio Ahrens) Milano 1982: Dall'Oglio. Zweig descrive la storia di una donna, che per molti anni ha tenuto dentro di sé un segreto: ha amato per una sola volta un giovane russo malato di roulette, che aveva dissipato tutto quello che poteva nel gioco. Per aiutarlo gli aveva consegnato del denaro, scongiurandolo di tornare dai suoi. Invano: lo avevano ritrovato cadavere morto per mano propria dopo un’ultima e sventurata notte di gioco.

 

 Il cinema:

Dalla nascita del cinema che registi ed autori di film si occupano del
gioco d’azzardo, dei giocatori d’azzardo(occasionali, regolari, professionali,
criminali e patologici) e dei fenomeni che a volte attorniano l’attività dei
providers di giochi d’azzardo (violenza, disperazione, mafia, riciclaggio,
corruzione, onnipotenza del danaro, prevaricazione, ecc.). A volte il gioco
d’azzardo è tutto sommato centrale, sia per l’impostazione data ai personaggi,
sia per le vicende raccontate. A volte è, invece, un elemento dello sfondo.
Oggi finalmente abbiamo la possibilità di consultare un elenco della
cinematografia (Morandini, Laura, Luisa, Morando: Il Morandini.
Dizionario dei film, 1999) sul gioco
d'azzardo, in cui il gioco d’azzardo gioca un ruolo da protagonista:

 


1930: Montecarlo ("Monte Carlo" di E. Lubitsch, con J.
Buchanan, J. MacDonald, C. Allister) USA. Contessa impoverita tenta di rifarsi,
senza riuscirci, sui tavoli da gioco di Montecarlo; le viene in aiuto il suo
parrucchiere che, in realtà, è un ricco aristocratico innamorato di lei. Un
film un po' datato, contratti di film musicale.

 


1936: Il romanzo di un baro ("Le roman d'un tricheur" di
S. Guitry, con S. Guitry, S. Grave, P.Assy, M. Moreno) F. Tratto da un romanzo
omonimo di S. Guitry. Colpevole di aver rubato dalla cassa di casa, un bambino
viene messo in castigo: senza cena. Gli altri della famiglia mangiano funghi e
muoiono tutti avvelenati. Il piccolo vi vede un segno del destino, e crescendo,
impara che la disonestà paga. Diventa baro di professione, e si arricchisce,
finché poi in un sussulto di onestà ridiventa povero.

 


1941: Notte di fortuna (di R. Matarazzo, con P. de Filippo, L.
Gloria, V.Bergman, G.Notari, L.Gori) IT. Peripezie di un commesso di farmacia
(P. de Filippo), milionario per un giorno, grazie alle vincite, puntualmente
riversate nelle casse del Casinò, a Sanremo. Farsa fioca, illuminata solo dal
brio di Peppino.

 


1942: Casablanca ("Casablanca" di M. Curtiz, con H. Bogart, I.
Bergman, P. Henreid) USA. S'incontrano nel principale porto del Marocco nel
1941 poliziotti francesi, spie naziste, fuoriusciti antifascisti, avventurieri
di rango, piccoli sciacalli. L'americano Rick Blaine, proprietario di un bar,
aiuta Ilsa, la donna che amava (e ama ancora) e suo marito, perseguitato
politico, a lasciare in areola città. Film mitico sul quale il tempo sembra non
aver presa, oggetto di culto per le giovani generazioni di mezzo mondo,
amalgama perfetto di toni, generi, archetipi e stereotipi dell'immaginario
collettivo. È una sottile opera di propaganda anti-nazista. Ricevette tre
Oscar.

 


 1942: Macao, l'inferno del
gioco ("Macao, l'enfer du jeu" di J. Delamoy, con P. Renoir, M.
Balin,S. Hayakawa, L. Carletti, R. Toitain) F. Nel mare della Cina un avventuriero
salva una bella ragazza dalla fucilazione e l'imbarca su una nave in rotta
verso Macao con un carico d'armi. Morti violente a catena, avventure e colpi di
mano. Da un romanzo di Maurice Dekobra. Il film avrebbe dovuto contenere delle
scene girate con E. von Stroheim, ma P. Renoir l'ha sostituito.

 


1945: Gilda ("Gilda" di Ch. Vidor, con R. Hayworth, G.
Ford, G. Macready) USA. Il proprietario di un casinò di Buenos Aires usa la sua
istituzione come copertura per un trust che controlla la produzione del
tungsteno. Sposa un'ex ballerina, già amata da un suo fedele collaboratore. Il
triangolo che regge su un complesso rapporto di amore-odio non si spezza
nemmeno con la morte di uno dei tre. È un film culto per i fan di Rita, che
canta e danza splendidamente. L'intrigo è assurdo, ma è un difetto secondario
in questa miscela di noir e di melodramma passionale, con dialoghi che sono di
un kitsch che sfiora il sublime.

 


1945: La giocatrice
("She went to the Races" di W. Goldbeck, con F. Gifford, J. Craig,
A.Gardner, E. Gwenn) USA.
Per finanziare ricerche scientifiche, un'intraprendente
dottoressa con tre colleghi escogita un metodo sicuro per vincere, puntando sui
cavalli. Vince anche in amore. Commedia leggera, recitata conpiacevolezza.

 


1949: Il grande peccatore ("The Great Sinner" di R.
Siodmak, con G. Peck, A. Gardner, M.Douglas) USA

 


Uno scrittore s'innamora di una fanciulla costretta dal padre,
ossessionato dal gioco d'azzardo, a sposarsi col ricatto al padrone di un
casinò. Per aiutare l'amata tenta la fortuna al tavolo della roulette, ma gli
va malissimo Lo aiuterà lei. notevole è la suspence che proviene dal gioco
della roulette.

 


1949: La donna di picche ("The Queen of Spades" di Th. Dickinson con A. Walbrook, E.
Evans,R. Howard, Y. Mitchell, M. Jerrold, P. Jennaut) GB. Dal romanzo di Puskin (1843). Un ufficiale russo cerca di strappare il
segreto di vincere al gioco a una vecchia contessa che ha venduto l'anima al
diavolo. Thriller allucinante, ma anche dramma morale senza speranza, di
straordinario fascino visivo nella sua follia espressionista. Un grande Evans,
e un Walbrook nel personaggio più sgradevole della sua carriera.

 


1949: La roulette ("The Lady Gambles" di M. Gordon, con
B. Stanwick, R. Preston, S. McNally,T. Curtis) USA. Turbata da tristi ricordi,
durante l'assenza del marito giornalista, spesso in viaggio, una giovane donna
si lascia prendere alla passione per il gioco d'azzardo e cade sempre più in
basso. Occorre un medico per trovare le cause della malattia. La Stanwyck è
intensa, ed è rara come personaggio femminile nel ruolo di una giocatrice.

 


1949: Fate il vostro gioco ("Any Number Can Play" di M.
LeRoy, con C. Gable, A. Smith, W.Corey, A. Totter. Il padrone di un casinò
riesce a conquistarsi la stima della moglie e del figlio che non approvavano il
suo lavoro e per loro decide di cambiare vita. Un melodramma moralista a lieto
fine, senz'altre pretese.

 


1954: Giocatore d'azzardo ("The Gambler from Natchez" di
H. Levin, con D. Robertson, D. Page,Th. Gomez, K. McCarthy) USA. Un capitano di
battello fluviale sbarca New Orleans per vendicare la morte del padre, ucciso
dopo una partita di carte. Dramma avventuroso senza pretese.

 


1956: Bob le Flambeur ("Bob le flambeur" di J.-P.
Melville, con R. Duchesne, J. Corey, D.Cauchy, G. Decomble, A. Garret) F. Robert
Montagné, detto Bob le flambeur (in argot indica colui che rischia grosse
somme) ha la passione del gioco d'azzardo. Rimasto al verde, organizza con
alcuni complici una rapina al casinò di Deaville, ma preso dal gioco, dimentica
l'ora e fa saltare il banco, guadagnando i milioni che avrebbe dovuto rubare.
Un film sottilmente romantico.

 


1957: Montecarlo ("The Monte Carlo Story" di S. Taylor e
G. Macchi, con M. Dietrich, V. De Sica, R. Rascel, A. O'Connel, M. Aver, A.
Rabagliati, M. Carotenuto) IT/USA. Conte spiantato corteggia bella marchesa a
scopo matrimonio d'interesse e poi scopre che aveva sudi lui lo stesso
progetto. Trovano assieme un industriale, ricchissimo, con una figlia che
potrebbe risolvere i loro problemi, ma capiscono di essersi innamorati. Un
gradevole commedia.

 


1958: Il giocatore ("Le joueur" di C. Autant-Lara, con
G. Philippe, L. Pulver, B. Blier, F. Rosay). Innamorato di Pauline, figlia di
un generale, giocatore impenitente, vince al casinò di Baden Baden,ma lei si
uccide per amore di un altro. Lui continua a giocare. Ripreso un po' da
Dostojevskij, ma mosso, e ricco di figure appena schizzate. Il film però è poco
caratterizzato, messo assieme alla brava.

 


1960: Signori si nasce (di M. Mattioli, con Totò, P. de Filippo,
D. Scala, L. Orfei). Schermaglie tra due fratelli: uno (P. de Filippo) attivo
titolare di una sartoria ecclesiastica, e l'altro (Totò), ozioso gaudente che,
sperperati il patrimonio, vive d'espedienti. Invenzioni scarse, umorismo poco
attuale, una certa banalità. I due personaggi in realtà sono macchiette. Un
film intriso di tristezza.

 


1961: Per favore non toccate le palline (di R. Thorpe, con S.
McQueen, J. Hutton, P. Prentiss, J.Weston) USA. Ufficiale della Marina
americana decide di sbancare il casinò di Venezia usando il computer della sua
nave. Bella ragazza miope e due palline di naftalina complicano le cose. È una
parodia agile e spigliata del sottogenere ladresco.

 


1963: Colpo grosso al casinò ("Mélodie en sous-sous" di
H. Verneuil, con J. Gabin, A. Delon, V.Romance) F. Un veterano della mala
decide di ritentare al Casinò di Cannes la rapida già sperimentata in gioventù.
Gli dà una mano una giovane recluta. La storia è nota, e la suspense regge solo
faticosamente.

 


1964: Viva Las Vegas ("Viva las Vegas" di G. Sidney, con
E. Presley, C. Danova, W. Demarest) USA. Un giovane pilota vorrebbe comprarsi
un'auto da corsa per partecipare al Gran Premio di Las Vegas, ma non ha soldi.
Elvis è qui un asso del volante, sullo sfondo della capitale del divertimento.
Frivolo, elegante, con buone canzoni.

 


1965: Cincinnati Kid ("The Cincinnati Kid" di N.
Jewison, con S. McQueen, E.G. Robinson, A. Margret) USA. New Orleans, 1936, un
giovinotto cinico e astuto è ritenuto il più bravo giocatore di poker scoperto,
fin quando arriva il vecchio Lancey. La sfida diventa inevitabile. Vanta la più
famosa partita a poker del cinema americano. Ottima è la ricostruzione
ambientale, apprezzabile il gusto per i dettagli.

 


1967: James Bond 007 -
Casino Royale ("Casino Royal" di J. Huston, con K. Hughes, V.
Guest,O. Wells, R. Parrish, J. McGrant, con J. Huston, D. Niven, P. Sellers, U.
Andress, W.Allen) GB. James Bond, ormai in dorata
pensione, si fa convincere da una delegazione delle grandi potenze a
partecipare alle indagini su una misteriosa organizzazione internazionale.
Numero se peripezie e tragicomiche avventure. Macchinoso e costoso film a
staffetta in chiave di farsesca stravaganza, fondato sui principi dell'iperbole
e dell'accumulazione, sostenuto da attori famosi. L'episodio di partenza, briosa
bizzarria di cadenze scozzesi, è di Huston. Apparizioni brevi di J-P Belmondo,
George Raft, Peter O'Toole, Jacqueline Bisset.

 


 1970: L'unico gioco in città
("The Only Game in Town" di G. Stevens, con E. Taylor, W. Beatty,C.
Braswell) USA. Tratto da un romanzo di Frank D. Gilroy. Las Vegas: lui ha il
vizio del gioco. Lei è una ballerina legata a un uomo più anziano e sposato che
continua a prometterle che divorzierà. È una commedia a due personaggi fatta di
niente e ricca di fascino, tutta giocata sulle nevrosi dei personaggi.

 


1973: La stangata
("The Sting" di G.R. Hill, con R. Redford, P. Newman, R. Shaw, C.
Durning)USA. È la storia di una stangata che due imbroglioni
appioppano a un merlo, soffiandogli un malloppo per mezzo di un telegramma,
trappola vecchissima, in cui però casca un re della malavita di Chicago degli
anni '30. Film spumeggiante, comico a suspense. Sei Oscar.

 


1974: California Poker ("California Split" di R. Altman,
con E. Gould, G. Segal) USA.  Due amici,
fanatici del gioco, giungono a Reno e sbancano. Ma per loro giocare è più bello
che vincere. Uno dei più lucidi e divertenti film sul tema del gioco, con una
colonna sonora straordinaria e un duetto di alta classe. A livello narrativo e
stilistico, anche nel senso della scomposizione del racconto, è uno dei film
più innovativi e originali di Altman.

 


1974: 40'000 dollari per non morire ("The Gambler" di K.
Reisz, con J. Caan, L. Hutton, P.Sorvino) USA. Ritratto di un intellettuale
ebreo, docente di letteratura in un college, giocatore accanito e masochista,
che la passione per il gioco spinge verso l'autodistruzione. Si ispira al
romanzo di Dostojevskij, ma anche a Freud. L'epilogo è straziante.

 


1976: Roulette cinese ("Chinesisches Roulette" di R.W.
Fassbinder, con M. Carstersen, A.Karina, A. Allerson, U. Lommel, M. Meril
RFT/F. In una villa di campagna si trovano in otto, divisi in due squadre, a
giocare alla roulette cinese: un crudele massacro verbale. Nel finale, uno
sparo. Non importa chi muore. Lo meriterebbero tutti. Comincia come una pochade,
ma poi diventa un tagliente film antiborghese.

 


1978: Pari e dispari (di Sergio Corbucci, con Bud Spencer, Terence
Hill e Marisa Laurito) IT. Un guardiamarina deve occuparsi di una banda di
allibratori in Florida. Si fa aiutare da un camionista, esperto nel gioco, che
è suo fratello per parte di padre. Film comico, con una coppia collaudata.

 


1980: Atlantic City U.S:A ("Atlantic City" di C. Malle,
con B. Lancaster, S. Sarandon, M. Piccoli)F/CAN. Lou, un grigio balordo che si
fa mantenere da una tardona, ha un'avventura con la giovane Sally di cui assume
la protezione uccidendo due gangster che la perseguitano. Sapientemente
ambientato nella cornice della famosa città termale decaduta, è un dramma di
gangster dove contano i personaggi più che non l'azione.

 


1981: Asso (di Castellano e Pipolo, con A. Celentano, E. Fenech,
R. Salvatori, S. Koscina, P.Santonastaso, G. Magnani) IT. Giocatore di poker,
ci lascia le penne, ma torna sulla terra come fantasma, invisibile a chiunque,
salvo a sua moglie. Film che non farà la storia del cinema.

 


1982: Giocare d'azzardo (di C. Th. Torrini, con P. Degli Esposti,
R. Montagnani, R. Girone) IT. Anna, madre di due figli e moglie di un
brav'uomo, è insoddisfatta e sogna. Per una strana coincidenza, scopre il gioco
d'azzardo. Adescata da una prima vincita, s'impantana in cifre sempre più
grosse. Diventa violenta, bugiarda e ladra. Un colpo della sorte la salva dalla
catastrofe. Ambientato nella Firenze notturna, è esaltata dalla presa diretta,
con attori davvero notevoli.

 


1982: Io, Chiara e lo Scuro (di M. Ponzi, con F. Nuti, G. De Sio,
M. Lotti, R. Cecchetto) IT. Portiere d'albergo, appassionato di bigliardo, e
bella sassofonista abitano nella stessa casa, ma non si conoscono. A far da
galeotto tra i due è lo scambio di una valigetta. Commedia elegante,
divertente, priva di volgarità.

 


1982: Un giocatore troppo fortunato ("Jinxed!" di D.
Siegel, con K. Wahl, B. Midler, R. Torn) USA. Un croupier di casinò è
perseguitato dal malocchio ogni volta che incontra un bravo giocatore semi
professionista. Nel far la parodia del cinema nero, questa commedia frivola e
immorale sbanda spesso tra toni chiassosi, tinte criminose e intermezzi
romantico.

 


1983: Amore e morte al tavolo da gioco ("Stacy's
Knights" di J. Wilson, con A. Millian, K.Costner) USA. Plain Jane è una
ragazza ossessionata dalla febbre del gioco. Quando i proprietari di un casinò
le ammazzano l'uomo del cuore, recluta una banda di duri per vendicarlo. Film
di basso costo, è efficace nella descrizione del mondo professionale del gioco
d'azzardo.

 


1985: La febbre di gioco ("Fever Pitch" di R. Brooks,
con R. O'Neill, C. Hicks, G. Giannini) USA. Per gli americani, il gioco
d'azzardo è una vera e propria malattia, qualcosa cui, quando cominciano, non
sanno più rinunciare, disposti a sacrificare tutto. La prova di Brooks è però
deludente. Non riesce a dire nulla di nuovo.

 


1986: Regalo di Natale (di P. Avati, con D. Abatantuono, C. Delle
Piane, G. Cavina, A. Haber, G.Eastman, K. Sevieri) IT. Nella notte di Natale
quattro amici e un industrialotto, presunto pollo da spennare, si trovano per
una partita di poker, che dovrà essere in molto sensi, un regolamento di conti.
Come si addice a una partita di poker, che è il fulcro del film, c'è suspense,
ma vien fuori bene anche la conoscenza che il bolognese Avati ha della vita in
provincia. I personaggi sono bene disegnati.

 


1986: Il colore dei soldi ("The Color of Money" di M.
Scorsese, con P. Newman, T. Cruise, M.E.Mastrantobio) USA. È la storia di
un'educazione sentimentale. Eddie non insegna a giocare a bigliardo a Vincent,
ma ammettere a frutto il suo talento, cioè a trasformarlo in denaro, con tutti
i mezzi. La prima parte è splendida, poi il film diventa un po' contorto.
Ottima recitazione, e fotografia notevole. Un Oscar.

 


1987: La casa dei giochi ("House of Games" di D. Mamet,
con L. Crouse, J. Mantegna, L. Skala,J.T. Walsh) USA. Uno psichiatra affermato
di Seattle si fa coinvolgere da un irriducibile giocatore d'azzardo e viene a
contatto con il pittoresco e pericoloso sottobosco dei truffatori. È un
thriller psicologico che comincia come una commedia, si trasforma in un nero, e
recupera alla fine i toni ironici. La sua costruzione è impeccabile.

 


1987: Cuba 1958: negli ultimi giorni della dittatura di Batista un
giocatore professionista di poker s'innamora della moglie di uno dei capi della
resistenza, ma poi, dopo il trionfo di Castro, la lascia a i suoi ideali e al
marito. È un film dalla storia che non funziona, perché non funzionano i
personaggi e le loro relazioni: è incredibile che la protagonista lasci Cuba
subito dopo la vittoria dei barbudos.

 


1990: Casinò ("Casino" di M. Scorsese, con R. De Niro,
J. Pesci, S. Stone) USA. Nel 1973 Sam "Asso" Rothstein, giocatore
d'azzardo e pregiudicato, è scelto da una potente famiglia mafiosa di Kansas
City come direttore di una casa da gioco di Las Vegas, ma la sua ambizione di
diventare un ricco e rispettabile manager è rovinata dalla moglie, avida e
infedele, e da un amico gangster dissennato. È una geniale miscela di
melodramma e di film gangsteristico sotto il segno della dismisura: di durata,
violenza, nostalgia, ossessioni, nevrosi, formalismi. È la storia di tre
individui che oltrepassano il limiti per orgoglio, arroganza, ubriacatura da
denaro facile, e che nella loro caduta, che è anche una cacciata dal paradiso,
fanno crollare un impero.

 


1992: Mi gioco la moglie... a Las Vegas ("Honeymoon in
Vegas" di A. Bergman, con N. Cage, J.Caan, S.J. Parker, A. Bancroft) USA.
Un investigatore privato va a Las Vegas per convolare a giuste nozze con l'eterna
fidanzata, ma si mette a giocare a poker e perde tutto. Un giocatore gli
propone l'estinzione del debito in cambio di un week-end alle Hawaii con la
ragazza. Singolare commedia scandita dalle apparizioni del sosia di Elvis
Presley.

 


1992: Sister Act. Una svitata in abito da suora .("Sister
Act" di E. Ardolino, con W. Goldberg, H.Keitel, M. Smith) USA. Testimone
di un omicidio, una cantante nera di night club si dà alla fuga e chiede aiuto
alla polizia che, in attesa del processo, la nasconde in un convento,
travestita da suora. L'esuberante artista mette a soqquadro il pio asilo. Bei
numeri di rhythm'n blues anni '60.

 


1992: Quintet (di Robert Altmann, con Paul Newman, Bibi Andersson,
Vittorio Gassman, Fernando Rey). USA. La Terra del futuro è completamente
ricoperta dal ghiaccio; il gelo ha decimato duramente la popolazione. I
sopravvissuti, ormai privi di speranza, senza un futuro, hanno inventato un
nuovo gioco: il Quitet, che dà al vincitore diritto di vita e di morte sugli
altri giocatori. L'arrivo di uno straniero cambia per un po' le regole, ma non
riesce a ridare speranza al mondo ormai in via di autodistruzione.

 


1993: Proposta indecente ("Indecent Proposal" di A.
Lyne, con R. Redford, D. Moore, O. Platt,W. Harrelson) USA

 


Una coppia innamorata ma indebitata incontra un gentile miliardario che
offre un milione di dollari per passare una notte con lei. Prima si
scandalizzano, poi accettano. Il marito ê geloso. Il miliardari o si innamora.
Lei chiede il divorzio. Il marito rinsavisce, e lei lo ama ancora. Il
miliardario rinuncia a lei con una madornale menzogna auto-denigratoria. È un
coacervo di banalità che sfiora il sublime, ma nel contempo è un film ben
diretto.

 


1993: Bronx ("A Bronx Tale" di R. De Niro, con R. De
Niro, C. Palminteri, L. Brancato, F. Capra)USA. Questo film è tratto da un atto
unico di C. Palminteri. Nel quartiere nuovayorchese di Bronx degli anni '60, il
piccolo Calogero cresce e fa il suo apprendistato alla vita, diviso tra
l'influenza del padre, integro autista di autobus, e quello del gangster Sonny,
ras del quartiere, che lo prende sotto la sua protezione. Film didattico,
moralista, e ben recitato. Ma il messaggio finale è "i veri uomini non
lavorano; solo gli stupidi vanno a lavorare".

 


1994: Maverick ("Maverick" di R. Donner, con M. Gibson,
J. Foster, J. Coburn, J. Garner) USA. Tratta delle disavventure di un simpatico
imbroglione, un elegante e arguto parassita alle prese con una gara di poker a
eliminazione, e con l'affascinante Annabelle, spregiudicata e rapace fanciulla
del Sud. Il film è un allegro ballo di imbroglioni che conferma un'antica
regola del cinema hollywoodiano sull'estrema difficoltà di mettere il western
in parodia.

 


1995: Montecarlo Gran Casinò (di C. Vanzina, con E. Greggio, M.
Boldi, C. De Sica, P. Leroy, F.Guérin, P. Rossi, L. Stothard) IT. Gruppo di
italiani in trasferta al Casinò di Montecarlo. Due fratelli ricconi sognano di
sbancare la casa da gioco; il playboy romanaccio e maldestro; l'imbroglione
tonto in cerca di polli da spennare, e il baro vero. La solita ricetta dei film
di C. Vanzina. Non sempre divertente, non sempre di buon gusto.

 


1995: Via da Las Vegas
("Leaving Las Vegas" di M. Figgis, con N. Cage, E. Shue, J. Sands,
R.Lewis) USA. Dopo aver perso moglie e figlio, uno
sceneggiatore a Hollywood, licenziato perché alcolista, va a Las Vegas, la
città dove i bar non chiudono mai, per ubriacarsi a morte. Si mette insieme a
Sara, una prostituta. Le provano tutte, anche una vacanza nel deserto, per
salvarsi, lui dall'alcol, lei dalla strada. Ma il destino di Ben è segnato. Lo
sfondo è Las Vegas. Il film è un po' superficiale, ma ben congegnato.

 


1998: Gioco spietato (di James A. Cotner, con Shelley Fabares,
Lisa Dean Ryan, David Lascher)USA. Una madre si rende conto che la figlia
spende troppo, ed è sempre alla ricerca di soldi. Non sa il perché, ma suppone
che paghi della droga all'amico. In realtà, i due sono dediti al gioco, e il
film racconta come lentamente la donna se ne renda conto.

 


1999: Il giocatore (di J.Dahl, con M. Damon, J. Malkovich, J.
Turturro, M. Landau) USA. Un giovane studente di legge si mantiene, almeno in
parte, con il gioco del poker, che in breve diventa la sua ossessione. In
particolare, l’ossessione di vincere. In una bisca clandestina accetta una
sfida, dove perde tutto quello che ha, e che aveva messo da parte per pagare i
suoi debiti. In tal modo si mette nei guai. Infine, ritornato in possesso di
una somma, la rimette in gioco, e questa volta fa il colpo grosso. Ma ormai lo
studio non gli interessa più. Investirà il denaro guadagnato, nel suo sogno:
andare a Las Vegas per partecipare al campionato di poker.


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